Wednesday, April 17, 2013

Lingue straniere e opportunità di carriera: vi presento Paola


Nome: Paola Valli
Nazionalità: italiana
Lingue conosciute: italiano, inglese, tedesco, olandese

A cosa ti sei dedicata dopo gli studi?
Tirocini e dottorato di ricerca. I tirocini sono stati un'occasione per avvicinarmi alla realtà dell'industria della traduzione che ho potuto osservare da tre prospettive diverse: l'organizzazione internazionale, la grande multinazionale e l'agenzia di traduzione medio-piccola. Questa panoramica è stata utile e interessante ma qualsiasi scelta specifica è stata posticipata in seguito all'inizio del dottorato di ricerca.

Come hai ottenuto il lavoro attuale?
Attualmente il mio "lavoro" consiste nella stesura della tesi di dottorato di ricerca* e, quando previsto, come docente universitaria. Se consideriamo i tre anni di dottorato come lavorativi, il lavoro è stato ottenuto tramite concorso pubblico. Essendo borsista non ho avuto la necessità impellente di trovarmi un'occupazione parallela fissa e ho preferito concentrare le energie e completare il progetto il più rapidamente possibile. Durante il primo anno e mezzo circa però ho lavorato come traduttrice per un'agenzia e tenuto corsi base di lingua inglese per adulti. In generale ho fatto una scelta professionale diversa da quella di alcuni colleghi che già durante il master avevano iniziato a lavorare come traduttori o interpreti. Per varie coincidenze a me non era successo e durante il dottorato ho scelto di non avviare l'attività parallela di traduttrice "a tempo pieno" (o forse meglio part-time) in quanto ritengo che i primi periodi siano fondamentali per farsi conoscere e impostare il proprio lavoro da libero professionista. Il modo in cui ho deciso di impostare il mio dottorato e le priorità che mi ero data non mi avrebbero permesso di dedicare sufficiente attenzione alla mia professione parallela di traduttrice. Pertanto ho scelto di aspettare, pur essendo cosciente dell'importanza di avere esperienza professionale diretta per poter comprendere al meglio le esigenze della professione e convertirle in materiale di ricerca.

Com’è la tua giornata lavorativa tipo?
Varia molto. Facendo una media di questi tre anni potrei dire che in orario di ufficio mi recavo all'università dove studiavo o lavoravo al mio progetto o seguivo (o tenevo) seminari. In serata, proseguivo i lavori, cercavo di approfondire argomenti, traducevo o preparavo articoli, lezioni o presentazioni, a seconda del momento.

Quali sfide e difficoltà hai dovuto superare per arrivare dove ti trovi adesso?
Sicuramente il primo anno è stato il più difficoltoso perché bisognava impostare il lavoro e scegliere una direzione di analisi e mi sono dovuta scontrare con una realtà che era diversa da quella che mi ero immaginata come dottoranda. Dopo aver preso coscienza della realtà effettiva, le cose sono andate meglio soprattutto grazie ai soggiorni all'estero. Una piccola sfida è ancora quella di promuovere un progetto che non rientra propriamente nei canoni della ricerca in traduzione e farla accettare alla comunità scientifica.

Quali consigli daresti a chi ha poca esperienza e vuole seguire il tuo percorso?
Se una persona volesse intraprendere il dottorato consiglierei sicuramente di valutare se il progetto interessa veramente perché per portarlo avanti per tre anni (come minimo) servono motivazione e passione. Spesso il progetto rientra in una ricerca più ampia e di conseguenza il margine di azione può essere notevolmente ridotto. Inizialmente la prospettiva di un dottorato non mi interessava affatto ma mi sono fatta convincere dalla possibilità di portare avanti un progetto che ho sviluppato personalmente e che avrebbe avuto (sperabilmente) un risvolto pratico nell'ambito della traduzione. Ho cercato di sfruttare questi anni per avvicinarmi a materie che con tutta probabilità non avrei potuto esplorare se mi fossi dedicata immediatamente alla traduzione come freelance. Ci sono diverse persone che intraprendono il dottorato mentre lavorano e quindi l'impegno finisce per prolungarsi nel tempo (di solito diventano almeno 4-5 anni) ma se il lavoro è in qualche modo connesso con il progetto può essere una valida soluzione per accumulare esperienza lavorativa nel frattempo.

* Il titolo della tesi di Paola è: "Concordancing Software in Practice: An investigation of searches and translation problems across EU official languages".

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