Nome: Paola Valli
Nazionalità: italiana
Lingue
conosciute: italiano, inglese, tedesco, olandese
A cosa ti sei
dedicata dopo gli studi?
Tirocini e
dottorato di ricerca. I tirocini sono stati un'occasione per avvicinarmi alla
realtà dell'industria della traduzione che ho potuto osservare da tre
prospettive diverse: l'organizzazione internazionale, la grande multinazionale
e l'agenzia di traduzione medio-piccola. Questa panoramica è stata utile e
interessante ma qualsiasi scelta specifica è stata posticipata in seguito
all'inizio del dottorato di ricerca.
Come hai ottenuto
il lavoro attuale?
Attualmente il
mio "lavoro" consiste nella stesura della tesi di dottorato di
ricerca* e, quando previsto, come docente universitaria. Se consideriamo i tre
anni di dottorato come lavorativi, il lavoro è stato ottenuto tramite concorso
pubblico. Essendo borsista non ho avuto la necessità impellente di trovarmi
un'occupazione parallela fissa e ho preferito concentrare le energie e
completare il progetto il più rapidamente possibile. Durante il primo anno e
mezzo circa però ho lavorato come traduttrice per un'agenzia e tenuto corsi
base di lingua inglese per adulti. In generale ho fatto una scelta
professionale diversa da quella di alcuni colleghi che già durante il master
avevano iniziato a lavorare come traduttori o interpreti. Per varie coincidenze
a me non era successo e durante il dottorato ho scelto di non avviare
l'attività parallela di traduttrice "a tempo pieno" (o forse meglio
part-time) in quanto ritengo che i primi periodi siano fondamentali per farsi
conoscere e impostare il proprio lavoro da libero professionista. Il modo in
cui ho deciso di impostare il mio dottorato e le priorità che mi ero data non
mi avrebbero permesso di dedicare sufficiente attenzione alla mia professione
parallela di traduttrice. Pertanto ho scelto di aspettare, pur essendo
cosciente dell'importanza di avere esperienza professionale diretta per poter
comprendere al meglio le esigenze della professione e convertirle in materiale
di ricerca.
Com’è la tua
giornata lavorativa tipo?
Varia molto.
Facendo una media di questi tre anni potrei dire che in orario di ufficio mi
recavo all'università dove studiavo o lavoravo al mio progetto o seguivo (o
tenevo) seminari. In serata, proseguivo i lavori, cercavo di approfondire
argomenti, traducevo o preparavo articoli, lezioni o presentazioni, a seconda
del momento.
Quali sfide e
difficoltà hai dovuto superare per arrivare dove ti trovi adesso?
Sicuramente il
primo anno è stato il più difficoltoso perché bisognava impostare il lavoro e
scegliere una direzione di analisi e mi sono dovuta scontrare con una realtà
che era diversa da quella che mi ero immaginata come dottoranda. Dopo aver
preso coscienza della realtà effettiva, le cose sono andate meglio soprattutto
grazie ai soggiorni all'estero. Una piccola sfida è ancora quella di promuovere
un progetto che non rientra propriamente nei canoni della ricerca in traduzione
e farla accettare alla comunità scientifica.
Quali consigli
daresti a chi ha poca esperienza e vuole seguire il tuo percorso?
Se una persona volesse intraprendere il
dottorato consiglierei sicuramente di valutare se il progetto interessa
veramente perché per portarlo avanti per tre anni (come minimo) servono
motivazione e passione. Spesso il progetto rientra in una ricerca più ampia e
di conseguenza il margine di azione può essere notevolmente ridotto.
Inizialmente la prospettiva di un dottorato non mi interessava affatto ma mi
sono fatta convincere dalla possibilità di portare avanti un progetto che ho
sviluppato personalmente e che avrebbe avuto (sperabilmente) un risvolto
pratico nell'ambito della traduzione. Ho cercato di sfruttare questi anni per
avvicinarmi a materie che con tutta probabilità non avrei potuto esplorare se
mi fossi dedicata immediatamente alla traduzione come freelance. Ci sono
diverse persone che intraprendono il dottorato mentre lavorano e quindi
l'impegno finisce per prolungarsi nel tempo (di solito diventano almeno 4-5
anni) ma se il lavoro è in qualche modo connesso con il progetto può essere una
valida soluzione per accumulare esperienza lavorativa nel frattempo.
* Il titolo della tesi di Paola è: "Concordancing Software in Practice: An investigation of searches and translation problems across EU official languages".
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