Nome: Andrea
Nazionalità: italiana
Lingue conosciute: italiano, inglese, russo, francese e anche un po’ di spagnolo
A cosa ti sei dedicato dopo gli studi?
Dopo il master ho voluto buttarmi a capofitto nel mercato del lavoro per diventare indipendente a livello economico. Desideravo inoltre rimanere nel Regno Unito, quindi ho accettato il primo lavoro che mi è stato offerto. Ho lavorato per due anni in un’azienda produttrice di montascale sia come addetto vendite che nella divisione di logistica. Nel frattempo, portavo avanti l’attività di traduttore freelance. Da ottobre del 2013 lavoro come traduttore in-house e insegno interpretazione da e verso l’italiano al master di interpretazione e traduzione dell’Università di Leeds.
Come hai ottenuto il lavoro attuale?
Ho ottenuto il lavoro di traduttore in-house rispondendo a un annuncio pubblicato su uno dei tanti siti web di reclutamento. Cercavano qualcuno con un profilo molto simile al mio e, dopo aver fatto un colloquio al telefono e aver superato un test di competenze nel campo (due traduzioni e una revisione), sono entrato a far parte del team. L’insegnamento mi è capitato un po’ per caso. Anche dopo il master ero rimasto in contatto con l’Università, con la quale ho lavorato saltuariamente prendendo parte alle simulazioni di conferenza del master. Hanno subito pensato a me quando si è liberato il posto e io ho accettato con piacere.
Com’è la tua giornata lavorativa tipo?
Il mio contratto di traduttore in-house prevede che io lavori da casa, il che facilita molto le cose e mi evita di aver a che fare con problemi di trasporto e pendolarismo. Cerco di alternare la traduzione e la revisione (in base ai progetti che l’agenzia riceve di giorno in giorno) con attività casalinghe, che mi permettono di fare piccole pause per rinfrescare la mente. A volte, nei momenti di pausa faccio anche esercizi di interpretazione oppure vado al mercato o in giro per negozi. Quando insegno all’università (4 ore a settimana), la mattina vado in palestra (tenersi in forma è estremamente importante se si fa un lavoro sedentario) e il pomeriggio sono in aula.
Quali sfide e difficoltà hai dovuto superare per arrivare dove ti trovi adesso?
A differenza di molti colleghi, non ho lavorato da subito nel settore della traduzione ma ho dovuto fare un po’ di “gavetta” in un ambiente che non corrispondeva per nulla alla mia idea di lavoro ideale. Per quanto cercassi di allontanarmene, ho spesso trovato porte chiuse poiché “avevo troppe qualifiche”, come dicono qua nel Regno Unito, oppure non avevo abbastanza esperienza. Ho inoltre preferito la sicurezza di un lavoro fisso all’incertezza del freelance o al viaggiare facendo stage e corsi qua e là.
Quali consigli daresti a chi ha poca esperienza e vuole seguire il tuo percorso?
Consiglio caldamente di non negarsi nulla e di tenere tutte le porte aperte: anche adesso, alterno 3 lavori (traduttore in-house, traduttore freelance e insegnante all’università). Suggerisco inoltre di non arrendersi e continuare a lavorare tenendo a mente i propri obiettivi perché gli sforzi effettuati ricompensano a lungo termine.
Complimenti, intervista molto interessante, soprattutto positiva e incoraggiante, forse perché anche io vivo una condizione simile (assistente d'italiano la mattina, operatore di ristorazione la sera). Concordo in pieno con le parole di Andrea: "Non bisogna arrendersi e continuare a tenere a mente i propri obiettivi perché un giorno i nostri sforzi saranno ricompensati".
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