Dopo una pausa molto lunga, eccomi tornata con un nuovo post. Per chi di voi si stesse chiedendo il motivo di questa mia assenza durata più di un anno e mezzo, la risposta è semplice: ho avuto una bellissima bambina, e poi, ormai che eravamo in ballo, abbiamo fatto anche un bel maschietto.
Adesso con 2 figli sotto i 2 anni, la mia vita lavorativa è molto cambiata, ma continuo a tradurre e amo il mio lavoro più che mai. Chiaramente, per cause di forza maggiore, ho dovuto riesaminare le esigenze familiari e quelle professionali, ma è proprio questo il bello del lavoro freelance: potere gestire la propria vita liberamente.
E in questo post voglio brevemente condividere con voi quello che ho imparato negli ultimi due anni.
1. È importante sapersi adeguare alle circostanze. Essere lavoratori autonomi significa essere abbastanza flessibili da accomodare quello che si desidera ed eliminare il resto. Se prima avevo a disposizione 8 ore al giorno da dedicare al lavoro, adesso ne ho 4. Questo non significa che devo abbandonare del tutto il lavoro, ma è sicuramente necessaria una rivalutazione delle mie priorità.
2. Rivalutare le priorità. Periodicamente si dovrebbero esaminare gli aspetti del proprio lavoro. Quali sono le attività più importanti? Quali sono i progetti più redditizi? Quali i più piacevoli e soddisfacenti? Con meno ore a disposizione per il lavoro, era necessario riflettere ed eliminare tutto quello che non valeva la pena o non potevo più fare. Lavorare per molte ore di fila e accettare tutti i progetti che arrivavano nella mia casella di posta non era più fattibile, come non era fattibile dedicarmi al blog, partecipare a conferenze ed eventi formativi fuori città.
3. Essere più efficiente. Dopo avere identificato gli aspetti su cui volevo concentrarmi, ho imparato a essere più veloce ed efficiente, sia nel lavoro vero e proprio, che nelle comunicazioni con i clienti e nell'aspetto amministrativo.
4. I clienti non spariscono nel nulla. Anche quando siamo costretti a rifiutare qualche lavoro, un rapporto professionale curato negli anni non sparisce improvvisamente. Pensare che adattarsi a nuove esigenze comporti necessariamente la perdita di clienti non è accurato. Si possono mantenere gli stessi rapporti, soprattutto se si è onesti e trasparenti.
5. Ridurre le ore di lavoro non significa ridurre le entrate. Mettendo in pratica i punti 2 e 3 mi sono accorta che le entrate mensili non si sono ridotte in maniera proporzionale alle ore di lavoro. In particolare, il passaggio a part-time ha comportato solo una riduzione di circa il 20% delle mie entrate. Ma questo argomento lo lascerò per un altro post ;)
Se vi interessa conoscere la mia esperienza come "mamma freelance", lasciatemi un commento e cercherò di rispondere alle vostre richieste nei post futuri.
Stupendo post! Magari un giorno non farò di certo la traduttrice freelace, né tanto meno avrò questa libertà di gestire il mio lavoro, ma leggerlo mi è stato molto utile per il mio futuro lavorativo e non solo, anche di mamma un giorno, chissà! Molto motivazionale soprattutto in questo periodo per me di transizione dal mondo universitario al, spero presto, mondo lavorativo!
ReplyDelete